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 Insegnanet > Articoli > Panoramica sull'alcolismo giovanile

 
 
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    FRÄNKL Edina
.: "Amici, ma non dell'alcol"
(Piccola panoramica sull'alcolismo giovanile)
 

"Basta che siate giovani
perché io vi ami assai."
don Bosco

Prefazione

Basta guardarsi intorno un poco. Possiamo vedere che i giovani bevono. E questo é niente. Molti di loro si ubriacano. Molto. Dappertutto. Se attraverso la piazza accanto al mio liceo, dove spesso soggiornavamo, non vedo grandi cambiamenti. Gli studenti chiacchierano, ridono e passano il tempo. Nelle loro mani   bottiglie di birra, se non alcol piú forte. Accade anche questo.

Viaggio sull' autobus notturno. Un diciottenne - ha diciott'anni, lo rende noto ad alta voce - gridando racconta la sua filosofia sul mondo, sappiamo che lui odia il genere umano. Poi deve scendere, perché ha dimenticato la sua giacca di pelle nel bar, e quindi deve ritornarci. Chiede ai suoi amici di accompagnarlo. Ma nessuno di loro vuole farlo. In effetti anche i compagni sono ubriachi. Il ragazzo allora comincia a parlare della sua solitudine. A bassa voce.

In una festa in casa. Con gli amici. Chiacchieriamo, di rado balliamo, vengono fuori la birra, il vino, i superalcolici. Ci sono sempre quelli che bevono troppo, e così si allontanano da noi. Potremmo dire che in una festa in casa questo é normale, non é una tragedia se qualche ragazzo ha la bocca impastata. Ma in generale loro costituiscono l'esercito regolare contro la sobrietá. Bevono anche senza un' occasione. Per meglio dire, il bere stesso é l'occasione, una fase indispensabile della settimana, se non della giornata. I nostri amici. Senza l'alcol sono gentili, si puó chiacchierare con loro. Anzi, spesso non evitano affatto questo tema, quello dell'abuso dell'alcol. Provano a trovare ragioni, spiegazioni, giustificazioni, scuse   sul perché distruggono la loro vita. Perché?

Spero di essere riuscita a rendere chiaro la ragione della scelta del mio tema. Credo che ognuno di noi debba cambiare un po' il suo approccio verso l'alcolismo, sia chi beve e sia chi non. Perché l'alcolismo tocca la nostra vita, non di rado con un peso che non si può ignorare. Per chi é capace di trovarsi bene, divertirsi, esistere senza i liquori é difficile dare una mano ad un amico che quasi si sente costretto a bere in una compagnia di amici e forse anche senza compagnia, se l'alcolista viene considerato da lui una persona debole, da disprezzare. Secondo me anche noi siamo deboli se giudichiamo questa "seconda ombra" invincibile, se non tentiamo ad aiutare, almeno persuadere quelli nel nostro ambiente vicino che sono in un grosso pericolo. Pericolo grosso perché non é parte di un fenomeno nuovo quando vediamo bere regolatamente un giovane...poi vediamo la sua famiglia rovinarsi. Ma al giorno d'oggi siamo costretti ad affrontare una tendenza nuova e spaventosa. Ci sono sempre piú pezzi di vetro e sempre piú i feriti.

Retroscena

Vediamo le varie opinioni degli esperti italiani ed ungheresi. Qui di seguito si tratterá del retroterra dell'abuso dell'alcol che é valido sia per i giovani italiani sia per quelli ungheresi.

Dal primo momento della nostra vita appaiono norme che la formano. I cenni di risposta dagli adulti ci conducono quasi permanentemente verso una vita considerata giusta, spesso solamente giusta per loro. Naturalmente ci sono tensioni tra le generazioni varie che si possono manifestare in certi fenomeni spesso condannati dalla generazione piú anziana. Per esempio l'etá del rock & roll, il '68, l'era degli hippy. Con questo volevo dire che trasgredire le regole dei piú anziani non é un fenomeno nuovo. "Questi giovani nel giorno d'oggi..." - questo lamento e la storia umana sono coetanei.

Peró devo dire che i giovani del passato nel caso migliore avevano un' idea della vita, uno scopo e la devianza era "solo" un fenomeno concomitante, un mezzo, forse un tipo di esterioritá. Magari non ho ragione ma per me, oggigiorno, quest'ultima diventa lentamente forse la cosa piú importante, cioé come se i motivi fossero mutati. É sempre difficile capire le ragioni che costituiscono un motore del presente peró posso condividere l'approccio di un esperto (italiano) che dice che nella nostra societá piú tollerante le norme individuali vengono accettate piú facilmente. Naturalmente con quest'affermazione non cerco di dire che c'é bisogno maggiore severitá, al contario, con un atteggiamento interdittorio non si raggiunge niente, ma penso alla piú grande responsabilitá dei genitori (azzardo: degli insegnanti) verso una maggiore libertá. I risultati dell'ultima indagine della IARD sulla condizione giovanile corrispondono a questa situazione, cioé rivelano un avanzamento della trasgressione.

Abbiamo giá visto che i giovani vengono sempre criticati dalle generazioni piú anziane. Peró c'é maggiore novitá - rispetto al passato - nel campo del consumo dell'alcol. Questo viene nutrito dal fatto che sempre piú largo strato lo considera ammissibile. Questo é accompagnato dalle condizioni di benessere. (Non sono pochi quelli che hanno la carta di credito.) Violenza e vandalismo possono essere conseguenze contingenti dell'abuso dell' alcol.

Dal punto di vista della psicologia possiamo disegnare un completo panorama dei motivi che conducono verso l'alcol e non di rado fino all'alcolismo. Fonti italiane considerano l'adolescenza piú intensamente esposta al pericolo perché secondo il loro parere diverse forze significanti aumentano contemporaneamente l'incertezza di questa etá. Tutte possono essere fonti delle varie tensioni, i giovani devono affrontare il problema delle scelte. Devono riconoscere che il loro proprio futuro dipende dai loro passi e che nello stesso tempo la capacitá di accettare i rischi sono é il mezzo del successo. Peró il rishio nasconde anche il fiasco. Un tale situazione puó mettere a repentaglio la loro sicurezza e la salute.

Secondo la psicologa del Policlinico Gemelli di Roma, l'alcol offre una soluzione nella confusione dell'adolescenza, non evitando né i giovani integrati cioé quelli che hanno amici, compagnia, né quelli isolati e alienati dalla vita sociale; né quelli che vivono in una buona famiglia, né quelli che sono quasi abbandonati e i genitori non possono occuparsi dei loro figli. Tutti i giovani devono "sopravvivere" nella loro vita- con le parole di dott.ssa Raffaella Sanza - questa fase di onnipotenza e quella di depressione in cui un tipo di edonismo reclamarebbe la sua parte, in questa etá sono importantissime le esperienze, la ricerca del piacere, senza comprendere il suo prezzo.

Un esperto dell'Universitá Washington ci presenta le due tipologia dell'alcolismo cioé quella legata alla personalitá ansiosa e la seconda che si riferisce alle persone antisociali. Accanto a questo menziona un terzo caso, quello dei figli degli alcolisti. Loro sono piú soggetti all'alcol perché l'alcolismo in questa situazione é dovuto tra l'altro ad un mix di fattori genetici e sociali. Questi adolescenti devono affrontare la vergogna causata dai propri genitori. Questa condizione degenerarebbe in isolazione e la famiglia tenta di nascondere il suo problema con tutta la sua forza agli occhi del mondo. Il loro segreto sará il legame piú importante della famiglia. L'aggressivitá nei rapporti familiari rende piú difficile la sorte di questi giovani che spesso, se non in ogni caso vengono abbandonati dai genitori, che non si occupano di loro. A causa di tutti questi elementi questi adolescenti sono piú esposti alla "protezione dell'animo" che offre l'alcol, per cosí dire un asilo, che rende possibile dimenticarsi di tutto.

Accade che certi giovani disapprovano e tendono ad escludere dal loro gruppo il coetaneo che eccedde o si ubriaca - dice Enrico Tempesta, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio permanente sui giovani alcolisti. Questo rende la condizione dei giovani che consumano regolatamente l'alcol sempre piú difficile perché devono anche lottare contro la solitudine se magari non trovano la loro compagnia con cui possono proseguire la loro condotta di vita...

Un gastroenterologo italiano richiama l'attenzione sulla responsabilitá (irresponsabilitá?) dei produttori di bevande. Le loro pubblicitá trasmettono alla gioventú una filosofia di vita che non tratta d'altro che del "carpe diem". Solo questa via condurrebbe alla rilassatezza desiderata con cui si può conquistare tutti nel proprio ambiente: con il nostro aiuto sarai tu il re/la regina nella tua cerchia degli amici, le tue inibizioni volano lontane, senza queste potrai fare tutto ciò che conviene ad una vita trendy! Come se non bastasse i produttori hanno raffinato la loro campagna propagando che diluendo i liquori con, per esempio, succhi di frutta le bevande diventano meno pericolose, meno alcoliche. Ma questa é solo una bugia.

Anche le statistiche sulla mortalitá dimostrano quest'affermazione. Per qualche minuto di gioia i giovani pagano con la loro vita. La causa principale della morte giovanile si congiunge all'alcol. Ci sono troppi incidenti stradali, troppi avvelenamenti, troppi giovani restano invalidi per tutta la vita , troppi di loro muoiono suicidi. Non uno dei giovani pensa che l'unica soluzione possibile è di smettere di bere.

*    *    *

I numeri delle ricerche dell'Istituto Superiore di Sanitá parlano chiaro. In Italia oggi ci sono 870.000 dci giovani che dichiaratamente bevono. E questo dato si riferisce solo all' età legale! Il limite italiano é sedici anni. Sette percento di loro bevono fino ad ubriacarsi almeno tre volte a settimana. Secondo una statistica svolta dall'Unione Europea, in Italia c'é l'età più bassa per quanto riguarda l' avvio all' alcol - dodici anni. In Europa é quindici anni. Secondo un altro dato dieci percento dei giovani che spesso come programma serale vanno a bere, diventano dipendenti, alcolisti per tutta la vita. L'alcolismo giovanile tocca sopratutto la classe di etá dei 14-17enni. Chi da solo chi in gruppo beve prima di andare a scuola, nel finesettimana, per essere piú sciolti con gli amici e soprattutto con il sesso opposto, per sopportare la tensione oppure semplicemente per divertirsi.

Anzi, grazie per gli alcopops giá menzionati, cioé le bevande miste con superalcolico e succo di frutta, é nato quasi un stile nuovo del consumo dell' alcol, che comprende anche la selezione dei vestiti (!), ma questo si riferisce ai consumatori piú ricchi. Peró la metodologia é la medesima sia per chi aveva comprato vestiti nuovi per le serate con alto contenuto alcolico sia per chi non. Divertendosi in un bar non di rado giá dal pomeriggio, i giovani bevono una serie intera di bevande durante la sera. Cominciano con un aperitivo, poco dopo continuano con birra, vino, poi con superalcoici ed alcopops che hanno conquistato sopratutto le ragazze con il loro sapore dolce e colore invitante. Spesso si possono vedere minorenni nel supermercato scegliendo e acquistando bottiglie e chiacchierando davanti alla cassa su dove andare per consumarle. Ci sono dati che hanno dimostrato che l'alcolismo giovanile non é localizzato solo nelle metropoli, ma si trova in tutta Italia!

Spesso l'alcol non soddisfa il desiderio di essere fuori di testa, ci vogliono anche le sostanze eccitanti. Peró dopo aver usato le droghe leggere sopraggiunge la fase depressiva e per combatterla l'alcol dá una mano. In Italia peró tentano di frenare il consumo dell'alcol fuori pasto. Nel 2001 è nata la legge 125 che regolamenta la somministrazione di alcolici. Peró i servizi forniti vengono visitati sopratutto dagli adulti che hanno maggiore senso di responsabilitá e forse pensano anche al futuro, alle malattie legate all'alcol...

Un lento cambiamento degli approcci é partito nelle associazioni fondate sull'auto-aiuto perché parecchi giovani danno una mano nel trattamento di altri giovani che sono affetti da alcolismo. Il Ministero della Salute ha fatto entrare in vita un programma riabilitante proprio per i giovani nel 2003, si chiama Piano Sanitario Nazionale. Alla base di questo programma é una campagna comunicativa per responsabilizzare e sensibilizzare le nuove generazionisui sui rishi legati all'alcol. Vengono date informazioni sul processo riabilitante. Si parte dal presupposto che prevenire l'alcolismo é piú facile che curarlo e per realizzare questo scopo vengono usati quasi tutti i canali pubblici, Internet, la radio, la tv, un numero verde di telefono, depliant informativi che si possono trovare nelle farmacie, sui mezzi pubblici, anche nei cinema. Da un'associazione altra, all' Al-Anon / Alateen   il lavoro della reabilitazione ha diverse fasi, i gruppi vanno avanti gradatamente.

In Ungheria l'evidenza dell'abuso di alcol esiste sopratutto nella cerchia dei 13-18enni. I ragazzi si raccolgono nelle piazze, ai piedi delle statue poi si nascondono davanti agli occhi dei poliziotti, visto che é vietato consumare alcol in pubblico. Dopo aver trovato un luogo abbandonato bevono fino al ubriacarsi.

Peró anche da noi, nelle scuole nascono gruppi di giovani che conoscono i pericoli veri del consumo dell'alcol ed organizzano programmi divertenti e chiacchierano con gli alunni.

Gli esperti ungheresi sottolineano la responsabilitá dei genitori, indicano il loro comportamento come una delle cause di questo problema. I ragazzi crescono e pensano che bere sia una cosa da adulti. Dopo le prime esperienze - dicono - cercheranno quel piacevole stato d'animo. Anche da noi é risaputo che la proibizione non aiuta. Ma dobbiamo sottolineare il valore della salute e offrire alternatitve all'alcol. Meglio se queste attivitá - fra le quali lo sport avrebbe grande ruolo - vengono organizzate formando gruppi. Perché accanto a queste possibilitá dire di no ai compagni scocciati é difficilissimo.

E così concludo il panorama sull'alcolismo giovanile. In Italia e da noi, in Ungheria. Peró questo costruisce solo una parte, ma una parte significativa del complesso mondo di questo problema in cui ci sono anche dei fenomeni accettabili (il consumo moderato dell'alcol), ma l'alcolismo è un difficile compito che ci aspetta. A questo punto, per raccogliere le forze, accendo una sigaretta.

Bibliografia

•  Giovani verso il Duemila . A cura di Carlo Buzzi, Alessandro Cavalli, Antonio de Lillo. Il Mulino, Milano, 1997.

•  Susan Forward: Mérgezõ szülõk Háttér Kiadó, Budapest

•  "Teenager ad alta generazione" L'espreso 2005. III..24. LI.11.

•  www.ministerosalute.it

•  www.ssofade.org

•  www.ceis.it

•  www.donboscoland.it

•  www.nol.hu

•  www.eu.hu

•  www.ujszo.com